Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge riprende, con limitate modifiche, i contenuti di una proposta di legge d'iniziativa popolare, per la cui presentazione il comitato promotore, costituito su iniziativa dell'associazione San Giuliano di Puglia ONLUS, ha raccolto ben 46.000 firme, mancando di poco il numero richiesto dalla legge. Potrebbe sembrare anacronistico parlare di sicurezza nelle

 

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scuole oggi, ma le sciagure a cui abbiamo assistito in passato non ci permettono di soprassedere ancora.
      Basti ricordare quella che ha distrutto le vite di ventisette bambini di soli sei anni e di una maestra nell'ottobre del 2002 a San Giuliano di Puglia, in provincia di Campobasso, quando una scossa di terremoto fece crollare il solaio della scuola.
      L'edificio, che ospitava anche la scuola elementare, fu l'unico del piccolo paese ad accartocciarsi sotto l'effetto del sisma. Quei bambini avrebbero oggi dieci anni, e invece di trovarsi sotto una lastra di gelido marmo starebbero con le loro famiglie.
      Pertanto, la sicurezza nelle scuole è diventata una questione piuttosto complessa anche per gli addetti ai lavori, così come la «valutazione dei rischi» è una stima che, a meno di dati oggettivi evidenti, risulta tutt'altro che banale e immediata.
      Nel servizio scolastico essa si deve basare, in primo luogo, sul rispetto delle normative vigenti atte a tutelare la salute dei lavoratori nella scuola e dei bambini che la frequentano.
      La classifica della sicurezza nelle scuole non è certo incoraggiante: più di una scuola su dieci, infatti, è poco sicura e più di un quarto degli edifici non raggiunge nemmeno la sufficienza. È quanto emerge dall'ultimo rapporto sulla sicurezza scolastica dell'associazione Cittadinanzattiva.
      Se la maglia nera è certamente «indossata» dagli istituti del sud e delle isole, la mappa dell'insicurezza scolastica non risparmia, però, nessuna regione della penisola. Una situazione stagnante e di forte inerzia emerge anche dal rapporto 2005 di Legambiente sull'edilizia scolastica nel nostro Paese.
      Secondo il dossier di Legambiente «Ecosistema Scuola 2005» è stato fatto poco o nulla in materia di sicurezza; il documento denuncia una flessione sia degli interventi di manutenzione urgente (33,12 per cento) che degli interventi di manutenzione straordinaria (53,14 per cento) negli ultimi cinque anni.
      Un dato che può derivare sia dalla riduzione degli investimenti, sia dalla diminuzione del bisogno, considerando tuttavia che la metà degli edifici scolastici ha più di quarant'anni. Intanto non diminuisce la percentuale di scuole ospitate in edifici nati con altre destinazioni d'uso (11 per cento circa), mentre è in leggera crescita la percentuale degli edifici in affitto (8,30 per cento).
      In maggioranza si tratta di palazzine per abitazione, impropriamente adibite a scuole e del tutto incompatibili con i criteri di sicurezza che richiederebbe una struttura destinata ad ospitare centinaia di persone in poche ore. Inoltre il 33,71 per cento degli edifici scolastici è in zona a rischio sismico e solo il 57,54 per cento possiede la certificazione completa di agibilità statica.
      Dato definito allarmante è quello dell'aumento dei casi di scuole troppo vicine ad aree industriali: sono il 9,74 per cento (erano l'8,85 per cento nel rapporto 2004) e le città più a rischio sono Parma, Modena e Prato. Il 13,39 per cento degli edifici scolastici sono troppo vicini ad antenne ed emittenti radio (erano il 6,91 per cento nel rapporto 2004); infine, raddoppiano i casi di scuole vicine a fonti di grave inquinamento acustico: sono il 4,29 per cento (erano il 2,37 per cento nel rapporto 2004).
      Per non parlare poi degli infortuni segnalati dall'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), che stanno a ricordarci quanto sia necessario utilizzare ogni possibile risorsa materiale e umana per garantire una serena permanenza degli studenti e degli operatori all'interno degli edifici scolastici.
      Garantire la messa a norma delle strutture e delle infrastrutture e il rispetto degli standard di qualità fissati per legge, quindi, dovrebbe essere solo il primo passo verso l'attuazione di una «politica» di sicurezza basata sul principio precauzionale e sul primato della salute dei singoli e del contesto in cui vivono.
      Solo con norme chiare, trasparenti e ben precise si potrà arrivare anche a una «cultura» della sicurezza in grado di portare a un radicamento dei comportamenti che garantiscono alle persone gli
 

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strumenti adeguati per tutelare dai rischi se stesse e gli altri.
      È importante sottolineare che l'immobile di San Giuliano di Puglia era stato ristrutturato da poco e doveva essere - secondo il decreto legislativo n. 626 del 1994 - in teoria messo in sicurezza e dotato di tutte le certificazioni a posto già dal dicembre 1997, ma nel frattempo era intervenuta una proroga.
      Per tutti i motivi suesposti è diventata improcrastinabile l'esigenza di mettere in atto ogni possibile risorsa materiale e umana per garantire una serena permanenza degli studenti e degli operatori all'interno degli edifici scolastici.
      È questa la finalità della presente proposta di legge, la cui approvazione avrà anche il merito di aiutare a non dimenticare il sacrificio dei ventisette bambini e della maestra del comune suddetto e a far sì che ciò che è successo sia la prima e ultima tragedia causata da una scuola.
      La proposta di legge vuole contribuire a sviluppare - in tempi rapidi e in forme ispirate a un principio di responsabilità - condizioni di maggiore sicurezza nella vita che si svolge negli edifici scolastici.
      Gli obiettivi perseguiti, delineati dall'articolo 1, consistono nell'accrescere il livello di sicurezza delle istituzioni scolastiche, con particolare riguardo all'incolumità fisica degli alunni, del personale e di tutti coloro che operano o si trovano all'interno delle aree e dei locali di pertinenza delle istituzioni scolastiche; nel definire con chiarezza, sul piano amministrativo, le diverse aree di competenza e responsabilità e nel sollecitare forme di responsabilizzazione sociale finalizzate specificamente al miglioramento e alla messa in sicurezza degli edifici scolastici; nell'ottimizzare la disciplina della tutela risarcitoria a favore dei soggetti eventualmente coinvolti in incidenti e in eventi lesivi, avvenuti nelle aree e nei locali di pertinenza delle istituzioni scolastiche.
      La precisa scansione delle competenze e delle relative responsabilità, definite principalmente nell'articolo 2, mira a evitare pericolose confusioni di ruolo e rimpalli di responsabilità.
      Nel giugno del 2006 è scaduta la proroga dei termini legislativi che hanno consentito di non applicare la disciplina in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, recata dal decreto legislativo n. 626 del 1994, nelle istituzioni scolastiche: è impensabile che la responsabilità di proseguire l'esercizio delle attività scolastiche in condizioni non pienamente rispondenti ai canoni di sicurezza possa essere un fatto rimesso all'esclusiva coscienza del dirigente scolastico, cui sfugge ogni competenza di spesa in materia; per porre rimedio a tale situazione, pertanto, l'articolo 8 ne amplia e precisa i compiti prevedendo anche l'attivazione di poteri sostitutivi in caso di sue inadempienze.
      La cronica carenza di risorse finanziarie imporrà per forza di cose una fase di transizione la cui durata deve essere contenuta il più possibile: di qui la messa a punto di un regime transitorio che - nelle more della realizzazione di un piano straordinario di interventi di edilizia scolastica - duri al massimo un triennio (articoli 4 e 6). Nelle more, assumeranno un rilievo decisivo le risultanze dell'anagrafe scolastica avviata su iniziativa ministeriale. La proposta di legge mira a realizzare una anagrafe aggiornata periodicamente, che affidi un ruolo decisivo alle conferenze di servizi tra gli enti interessati.
      D'altra parte, non si può pensare di lasciare inalterato il numero delle strutture scolastiche e la loro capacità di servire l'utenza: si tratta sicuramente di ridurne il numero e di aumentarne le capacità di servizio e di sicurezza senza adagiarsi su logiche campanilistiche o comunque irresponsabili, non più sostenibili.
      Al fine di sollecitare una progressiva crescita della responsabilità civica, è incentivata e sottratta alle regole ordinarie di raccolta del risparmio l'azione socialmente responsabile di imprese e di privati, in una prospettiva che mira a valorizzare il principio di sussidiarietà orizzontale anche nel settore della scuola (articoli 5 e 7).
      Anche l'azione degli enti locali competenti è filtrata e valorizzata alla luce del principio di sussidiarietà, in questo caso
 

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verticale: si propone, quale metodo selettivo, quello che privilegia ai fini del finanziamento le iniziative che risultino più meritorie da un punto di vista dell'analisi costi-benefìci e che mirano a sviluppare iniziative socialmente e istituzionalmente responsabili.
      L'obiettivo dovrà essere quello di concentrare le risorse su un numero di strutture minori dotate di maggiore capacità di servizio e di maggiore sicurezza: di qui il ricorso a parametri selettivi relativi all'utenza servita, all'esistenza o all'inesistenza di altre strutture consimili in area vicina, e così via; di qui anche la priorità assicurata agli interventi nelle aree in cui i comuni provvedano a definire i propri piani di intervento per aree comprensoriali intercomunali, al fine di rendere gli interventi sostenibili e compatibili con lo stato della finanza pubblica (articolo 4).
      Sul piano delle risorse finanziarie disponibili, il 2005 è stato un anno assolutamente da non ripetere per la quasi totale assenza di piani e di risorse destinate all'edilizia scolastica.
      A livello statale, esauriti nel 2004 gli interventi previsti dal piano triennale per l'edilizia scolastica, non sono state più previste in sede di legge finanziaria specifiche provvidenze finalizzate allo scopo, adducendo la cessazione della competenza in materia, rimessa alle regioni dalla modifica dell'articolo 117 della Costituzione; senonché, le regioni lamentano che l'aumento delle competenze non è stato accompagnato da risorse che le mettessero in grado di esercitarle effettivamente.
      In attesa che si chiarisca l'ennesimo nodo del confronto Stato-regioni, riteniamo utile prevedere risorse aggiuntive statali destinate allo scopo, da trasferire alle regioni per sostenere il programma straordinario di edilizia scolastica previsto dalla presente proposta di legge.
      Più in generale, si tratta comunque di fare appello a risorse aggiuntive anche di carattere privato e a politiche improntate a serietà e austerità.
      Un ultimo elemento di novità introdotto dalla presente proposta di legge è quello relativo alla previsione di un risarcimento provvisorio cui dovrà essere tenuto l'istituto assicuratore a favore delle vittime o dei parenti aventi diritto, nelle more dell'accertamento definitivo di responsabilità, salva la rivalsa nei confronti dei responsabili.
      Si tratta di un indispensabile presidio a favore di soggetti deboli che non sono in grado di attendere i tempi, purtroppo lunghi, di definizione dei processi.
 

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